Materialità e fotografia

Collettivo 100ASA

Quello del fotografo è un lavoro artigianale. Occhio e cuore certo, ma anche mani e piedi. Piedi buoni. La rivoluzione digitale ha tolto materialità a molti aspetti del vivere quotidiano, al lavoro e alla fotografia. L’impalpabilità della società attuale si riflette sull’inconsistenza del lavoro, sempre più precario, volatile e il mestiere del fotografo ne è stato a sua volta stravolto. L’immediatezza del digitale ci ha inondato d’immagini che non sappiamo più guardare mentre, contestualmente, uno dopo l’altro botteghe e studi fotografici sono stati costretti a chiudere. Ecco allora che il collettivo 100ASA si è rimboccato le maniche e si è messo all’opera, per restituire materialità al lavoro del fotografo e alla fotografia stessa. Con il loro stile grottesco e sopra le righe, attraverso la fisicità delle loro messe in scena, i tre membri del collettivo hanno voluto rilevare il bisogno, sempre più sentito, di restituire consistenza, materialità e realtà al lavoro.
A cominciare da quello del fotografo.

Bio
Il collettivo 100ASA nasce nel 2013, come associazione culturale fotografica, dalla passione per la fotografia dei tre soci fondatori: Alessandro Comandini, Stefano London e Alvaro Palma. Il nome 100ASA è un chiaro riferimento alla fotografia analogica e, al contempo, un acronimo dei loro nomi di battesimo.
Il collettivo 100ASA si pone l’obiettivo di promuovere la cultura dell’immagine e diventare un punto di unione e dibattito sulla fotografia. L’attenzione alle tematiche sociali e ai cambiamenti in atto nella società odierna sono un aspetto cruciale nel percorso di ricerca del collettivo, il quale riprende la tradizione dello stage photography con un linguaggio ironico e originale, attento alle trasformazioni in atto nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro.

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