Acqua

Isabella Sommati

Sono nata fronte mare.
 Ricordo che da piccola sognavo spesso il maremoto, la devastazione della casa, la distruzione della mia sicurezza, delle mie certezze. Impaurita, mi raccoglievo sotto le coperte e pensavo a una via di fuga, piangevo, mi abbracciavo, scappavo, nascevo. Ancora adesso non so attribuire un significato a quel sogno, non so dire se quel maremoto rappresentasse la morte o la vita, sono però cosciente che adesso in acqua io mi salvo.
Ogni fotografia è rappresentativa di un determinato periodo della mia vita.

Bio
Livornese di nascita, conseguita la maturità artistica, decido di vivere a Firenze per diplomarmi in Grafica e Comunicazione.
 La passione per l’immagine e la comunicazione m’indurranno a spostarmi a Milano, città dove adesso risiedo, svolgendo il lavoro di art director per clienti del mondo della moda e del design. Dopo aver visionato foto per anni, decido di fotografare e fotografarmi, cominciando un percorso di ricerca e di conoscenza del proprio Io. Attraverso la fotografia cerco di raccontare il mio mondo di cui sono consenzientemente prigioniera, trovando così una comunicazione con il reale, che spesso è difficile per la mia introversione. L’elemento “acqua” è spesso presente nei miei scatti sotto forma di pioggia, lacrime, o semplici piscine comunali: l’acqua pulisce, lenisce oppure ingoia diventando l’unica via di fuga. 
Mi ritrovo molto in questa frase di Michael Ackerman: “Cerco di sfuggire alle trappole della realtà, conservando però un legame con il reale. Perché le immagini non sono invenzioni ma punti di incontro”.

Start typing and press Enter to search