Tracce fantasma

Francesco Giarrusso

Ogni dispositivo porta con sé le tracce del suo artefice: difetti, velleità, fallimenti, ambizioni. Dispositivi identici producono immagini simili. Per questa ragione, ho deciso di costruire io stesso la mia macchina fotografica affinché su ogni immagine se imprimesse parte di me: la mia imperizia nella progettazione, la contingenza di un’infiltrazione di luce, un mio gesto improvviso avulso dalla ciclicità perfetta d’ingranaggi e automatismi. L’immagine si fa eterea, lo spazio si dilata mostrando le tracce che il tempo deposita su di esso: i ricordi di una vita che mi pare di aver vissuto ma che forse ho solo sognato, i ruderi dispersi tra le colline bruciate dall’uomo e dal sole, il vento che si muove all’orizzonte, il mondo che si sfalda dinanzi ai miei occhi in un perenne presente le cui effigie ho cercato di cogliere aumentando all’estremo i tempi di esposizione. Fotografia nel tempo, dunque, e non del tempo per cui lo spazio si tramuta in un condensato di memoria: sedimentazione dei miei fantasmi, da φάος, che significa luce.

Bio
Francesco Giarrusso ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze della Comunicazione presso l’Università Nova di Lisbona. Dal 2013 collabora con il Centro di Filosofia delle Scienze dell’Università di Lisbona per cui ha tenuto seminari e conferenze sul rapporto tra le scienze e l’immagine foto-cinematografica. Con l’incarico di presidente dell’Associazione Culturale Thesaurus, dal 2016 organizza cicli di conferenze interdisciplinari ed è, inoltre, responsabile editoriale della rivista culturale Aria edita dalla medesima associazione. E’ docente di Laboratori Tecnici in Istituti Superiori di Grafica e Comunicazione e si dedica alla fotografia con esperimenti analogico-digitali di cui ha allestito la prima mostra personale nel 2017 alla Galleria Germinal di Lisbona.

Start typing and press Enter to search