Dias de muertos

Filippo Cristallo

Il culto per la vita, se è davvero profondo e totale, è anche culto per la morte. Le due sono inseparabili. Una civiltà che rifiuta la morte, finisce per negare la vita. Così scriveva Octavio Paz, né Il labirintodellasolitudine, per descrivere la misteriosa e complessa filosofia del vivere del suo Paese, la cosiddetta mexicanicad, caratterizzata, tra le altre cose, dalla mancanza di una separazione tra la vita e la morte. Senza la morte non ci sarebbe la vita, è una legge di natura. Questo postulato è profondamente radicato nella cultura messicana e ha origini antichissime, diversamente dalla mentalità europea per la quale l’accettazione della morte è un tabù insuperabile. La sacralizzazione della morte del Messico contemporaneo nascerebbe dalla sovrapposizione del culto azteco del dio e della dea dell’oltretomba, Mictlantecuhtli e Mictecacihuatl, figure umane per metà disincarnate. Il Messico, “è l’unico posto al mondo in cui si parla di festa dei morti “.

Bio
Filippo Cristallo è nato e vive ad Avellino, dove ha avuto inizio la sua passione per la fotografia. Si è dedicato prevalentemente al reportage, affascinato dagli strumenti espressivi e dalle possibilità interpretative che questo genere mette a disposizione. Nel 2015 espone al Circolo della Stampa di Avellino il reportage My Mexico.Da questo lavoro l’anno seguente nasce il libro Dia de Muertos dedicato alla Festa dei Morti messicana. Nel 2017 realizza con Antonella Cappuccio il progetto Memorie di palazzo presentato nell’ambito di Fotografia Europea a Reggio Emilia e al Museo Antropologico Visivo di Lacedonia. Nel 2018 Memorie di palazzo è esposto al PAN (Palazzo delle arti di Napoli) in una versione ampliata. Nello stesso anno realizza il progetto “Senza Tempo” esposto ad Avellino al Circolo della Stampa. La mostra è accompagnata dal libro omonimo edito da Edizioni03.

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