Superficiali, incostanti e relativamente in-differenti

Annamaria Di Giacomo

Una serie, un racconto, nato nella mente. Silhouette/impronte di forme/superfici, riflesse/proiettate, in grado di evocare/creare un intervallo/un tempo di sospensione/silenzio. Il bianco e nero che cancellano, che disegnano immagini astratte, non volutamente, ma essenziali, in un gioco di simmetrie. Il bianco e il nero, da intendersi anche come i due estremi dello spazio d’azione del suono (Kandinskij – Lo spirituale nell’arte): il bianco tende a dissolvere le risonanze, il nero ad accentuarle sino a raggiungere l’inaudibilità. Si tratta di una riflessione fotografica, che tenta di mostrare il visibile attraverso l’invisibile, della ricerca di luce nel buio, del niente nel troppo. In un gioco enigmatico tra luce e ombra, si palesano vuoti e pieni, nei cui interstizi si immettono spazi sincopati di silenzio e di rumore: l’obiettivo è come rivolto verso l’interno e non verso l’esterno… che diventa quasi un pretesto. Questo lavoro, inquieto, ispirato e necessario, nasce di getto, dopo diverso tempo, vestendosi di una funzione catartica, sinaptica, in cui l’atto di fotografare diventa qualcosa di assoluto, una pratica meditativa che genera scenari rarefatti, silenziosi ed evanescenti, fatti di giochi di rimandi e suggestioni. Nella trama del montaggio visivo catene di figure, unite da sottili corrispondenze, invitano a ricercare in un altrove, oltre limite del rettangolo, tracce di un tempo dilatato. Il bianco (il vuoto, il silenzio) isola ed evidenzia le superfici, come un rallentamento del flusso delle immagini fino al nulla o al contrario come un’accelerazione fino all’annientamento di ogni rappresentazione. Questi scatti che sembrano rimpiangere l’assenza dell’immagine/referente in questo caso ne sottolineano l’inefficacia.

Bio
Annamaria Di Giacomo vive e lavora a Firenze. Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Catania, ma soprattutto ha colto le occasioni di confronto con artisti già interpreti della contemporaneità, nell’ambito di workshop e cantieri d’arte. Dal 2000 ha iniziato le sue esperienze espositive in ambito pubblico e privato, principalmente in rassegne dedicate ai giovani artisti. Nel 2009 ha raccolto riconoscimenti che le hanno permesso di essere presente anche in realtà espositive di ampio respiro. La sua ricerca, sensibile al disegno e all’installazione, attraversa principalmente la fotografia, il video, la video-ambientazione. Ha all’attivo diverse esperienze come freelance di: fotografia, video, grafica pubblicitaria ed editoriale. Attualmente insegna Discipline Grafico-Pubblicitarie e Audiovisive e Multimediali presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze, dopo aver maturato diverse esperienze didattiche in vari livelli e gradi scolastici, tra cui quello accademico (Cultrice della materia per Videoarte presso l’Accademia di Belle Arti di Catania).

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