Let's cook

Valentina Loretelli

L’immagine di sintesi, perno della comunicazione pubblicitaria, rappresenta il cibo come un idolo: la reputazione precede il prodotto, fino a sostituirlo. L’appetito che si genera non è dettato da un bisogno primario, piuttosto da una sorta di fame chimica. Riprendendo il filo conduttore di una recente serie televisiva, divenuta fenomeno culturale, in cui il protagonista “cucina” una particolare metanfetamina di colore blu, ogni dittico pone a confronto due modi diversi di comporre, “cucinare” le immagini: da un lato il fotomontaggio, che offusca la realtà, facendo tuttavia passare il messaggio quasi pittorialista come più vero del vero, dall’altro il collage, emblema surrealista, che aiuta a manifestare i meccanismi della comunicazione subliminale. Questo seguendo il principio per cui la dose può fare il veleno oppure l’antidoto, spesso, però il primo si trova, dove ci si aspetta il secondo.

Bio
“La menzogna non è nel discorso, è nelle cose.”
(Italo Calvino – Le città invisibili.)
Nel lavoro di Valentina Loretelli si assiste alla messa in scena della realtà, manipolata con il preciso scopo di portare l’osservatore a riflettere sulla rappresentazione dei fatti: la percezione plausibile eppure distorta che a volte abbiamo, li rende veri o illusori? Una questione incessantemente aperta, una zona di confine rivelata anche attraverso la tecnica espressiva, a cavallo tra fotografia, narrative art e collage. Valentina nasce a Lucca nel 1985. 
E’ però Firenze ad adottarla. Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti diplomandosi in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Durante questo periodo avviene l’approccio con la Fotografia: inizia subito a sperimentare le molteplici possibilità concettuali offerte da tale mezzo, con la stessa sacralità a ogni scatto con cui un alchimista guarda al risultato della trasmutazione. L’approccio al digitale avviene da autodidatta e contemporaneamente trova un istintivo sviluppo del suo linguaggio in progetti visivi seriali.
 Nel 2011 torna a interessarsi allo spettacolo e alla sua rappresentazione: frequenta il corso di Fotografia Teatrale e di Scena di Massimo Agus alla Fondazione Studio Marangoni (Firenze) e in seguito documenta molti eventi per fondazioni e associazioni cittadine. 
Nel 2012 perfeziona la sua formazione con un corso professionale di still-life e un master professionale in post produzione nello studio della YouCrea! Scuola di fotografia, sempre in quel di Firenze. Il suo lavoro “Fuoco fatuo che bruci i sensi, proteggi il mio peccato” è stato tra i selezionati del concorso nazionale di fotografia RP2012. Il tema riguardava il Fuoco (legato ai suoi molteplici aspetti materiali, simbolici, astratti, culturali, fisici,) e il Mediterraneo con le sue culture e tradizioni caratterizzanti. Il suo lavoro “Ritratti in assenza d’identità” è stato esposto all’interno di una mostra collettiva nell’ambito del Festival of Contemporary Visions 2013 (Firenze), ed è stato tra i segnalati della rassegna di fotografia contemporanea Confini11, sempre nel 2013. Nel 2014 è selezionato per la sezione Off del festival FotoConfronti, legato al Centro Italiano della Fotografia d’Autore.

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