Lo spazio pubblico y su-realidad
Sacha Sain
Una selezione fotografica che cerca di esprimere una visione personale sull’universo reale e immaginario, dello spazio pubblico e della gente che lo condivide. Rappresenta il desiderio di ricerca di un’arte immediata, che possa toccare tutti, come passanti di una strada, e uscire dai circoli chiusi dei cultori e degli intenditori d’arte: l’idea di opere che parlano da sole, senza nessun commento necessario, attraverso la propria forza espressiva. Nel mio percorso ho scoperto che la mia narrativa cerca di fare visibile l’invisibile. Immagini che nascono dalla reale quotidianità ma che nascondono un oceano di momenti surrealistici, di giochi concettuali e rappresentazioni della nostra contemporaneità. Un modo di documentare i nostri tempi tra piccoli gesti, elementi e attitudini nascosti nello spazio condiviso e attraverso il mio sguardo, la mia comicità, la mia rivelazione dell’istante assurdo però reale, di un’atmosfera a volte onirica. Il collettivo fotografico “La Bussola” annunciavano nel suo manifesto “… anche con l’obiettivo si può trasformare la realtà in fantasia che è l’indispensabile e prima condizione dell’arte, la necessità di allontanare la fotografia, che abbia pretese di arte, dal binario morto della cronaca documentaria”. Credo io, che il mio vero sviluppo sarà trovare il modo di condividere la mia forma di documentare, non solo una strada o quello che un luogo è, ma piuttosto mostrare quello che una strada o un luogo è secondo la mia esperienza, le mie sensazioni, alla fine ciò che sono io nella realtà.
Bio
Mi chiamo Sacha Sain, sono un fotografo argentino di ventiquattro anni nato nel Maggio del 1992 nel quartiere popolare de La Matanza Villa Madero. Circa quattro anni fa, mentre finivo i miei studi universitari per diventare laureato in Comunicazione Pubblicitaria e Propaganda, ho iniziato il mio percorso fotografico. Il piacere della fotografia mi ha accompagnato lungo l’adolescenza, ma la mia attività, il mio percorso attivo di sperimentazione fotografica, inizia all’età di venti anni in seguito ad un viaggio nell’Argentina del nord. Adesso mi trovo da due anni lungo le rotte europee in un altro viaggio che, partito da Buenos Aires, porta alla ricerca di un punto d’incontro tra un diario di bordo e lo sviluppo di una mia personale espressività narrativa. Due anni di stimolo dove le mie idee, emozioni, percezioni, ma soprattutto sensazioni, cercano di esprimersi e materializzarsi in immagine, avendo sempre come scenario di creazione lo spazio pubblico e come materia prima la situazione nate nella realtà urbana. La mia formazione fotografica è data dal lavoro come assistente di diversi fotografi in diversi ambiti. Fotografia di moda con Javier Alvarez per la rivista ELLE e col collettivo The Rabbit STUDIO. Altre diverse assistenze in fotografia pubblicitaria e di propaganda con Martin Murcia. In Europa le mie strade mi hanno portato a prendere parte di diversi lavori e mostre non sempre unicamente fotografiche. Per esempio assieme al collettivo Epoke No Teatro in Spagna presentando diverse performance interartistiche, o ancora, più recentemente a Palermo presentando una parte del mio progetto fotografico “Sulla Mia Strada” con l’aiuto concettuale di Bartolomeo Pampaloni, film director fiorentino e Carlos Riboty regista teatrale professore dell’università di Palermo. Per me la fotografia non è più un oggetto o un prodotto, per me la fotografia è quell’insieme di sensazioni che scorre dentro di me in gioco con quello che il caso, il destino o come lo vuoi chiamare mi mette davanti. La fotografia e quell’istante che mi sfida a esprimere con la luce la mia più profonda ironia, la mia più oscura melancolia o la mia.