Meraviglie e Wunderkammern: un tracciato tra reale e immaginario fino a Silvia Camporesi. Parte 1°

A cura di Davide Tatti

Il tema della meraviglia è stato scelto recentemente al Festival della Mente di Sarzana perché multidisciplinare e possiede la capacità di produrre «un’unione dei saperi necessaria per comprendere la realtà di oggi, sempre più mutevole e contraddittoria»1. In ambito fotografico Silvia Camporesi ha pubblicato il progetto a lungo termine Mirabilia, come raccolta di luoghi e oggetti mirabili, «oggetti che vanno osservati da vicino, lentamente, per poi da lì iniziare un viaggio complesso, quello del collegamento di significati», prendendo in prestito una definizione di Martina Mazzotta, sviluppata al Festival2.

Le raccolte di “meraviglie”, che siano “artificialia” o “naturalia”, hanno larga diffusione dalla seconda metà del Cinquecento, ma: «la meraviglia è una categoria metastorica che si definisce fino a tutto il Settecento, didatticamente prima di tutto, come una forma di conoscenza. Per poi ritornare, nel Novecento, a occupare la scena dell’arte e della scienza»3. In area italiana e germanica, tra la fine del 1500 e quella del 1600, si svilupparono le raccolte chiamate anche Wunderkammern, dove «le creazioni scientifiche e artistiche trovavano, per un secolo, un equilibrio di reciproca compenetrazione», come ha evidenziato una mostra nel 20144. Il progresso delle conoscenze tecniche e scientifiche che si realizzò in quel periodo, indusse mancanza di certezze e inquietudine per l’ignoto, così secondo Alessandra Acconci il «collezionista della Wunderkammer reagisce al disagio creando per sé un microcosmo, che può circoscrivere e controllare, e all’interno del quale frammenti del macrocosmo possono essere raccolti e catalogati come naturalia o artificialia, cose rare scoperte in natura o sapientemente manufatte, oppure come mirabilia, vale a dire cose insolite, mostruose, magiche, inquietanti. La distinzione non è mai netta, proprio perché ogni pezzo accentua il senso che gli si attribuisce nel contesto della collezione»5.

 

La cultura scientifica e razionale che si impose dopo Galileo Galilei, prese le distanze da una modalità di conoscenza e raccolta empirica, suggestiva e non sistematica. Le estetiche della “meraviglia” sono state poi riadoperate dalle avanguardie artistiche del primo Novecento, in particolare dal Surrealismo, in seguito dalle post-avanguardie del secondo Novecento, fino ad una ripresa contemporanea. La mostra sulle Wunderkammern del 2014 da un lato ha evidenziato «il desiderio di contenere entro quattro pareti, il repertorio esaustivo di un mondo, (…) con opere di Alik Cavaliere, Giuliana Cuneaz, Marcel Duchamp e Emilio Isgrò»6; dall’altro ha individuato nella percezione contemporanea della natura una «preziosa alternativa alla dimensione scientifico-tecnologica (…). La natura come pericolosa e al contempo fonte inedita di meraviglia, di creatività e vita, viene indagata attraverso opere di: Damien Hirst, Jannis Kounellis, Piero Manzoni, Mario Merz e Studio Azzurro».7

Il raccordo tra le poetiche della meraviglia del periodo barocco, e le avanguardie del Novecento è stato individuato criticamente da Adalgisa Lugli (1946-1995), storica dell’arte, che per la Biennale di Venezia del 1986 sul tema Arte e scienza, realizzò una mostra sulla Wunderkammer, che costituisce «un momento centrale del rapporto arte e scienza dal Cinquecento al Settecento. È uno dei rarissimi episodi di storia della scienza e di storia dell’arte in cui arte e scienza riescono a convivere nella collezione come due facce della stessa medaglia».8 Inoltre, Adalgisa Lugli individua nelle opere “metafisiche” di Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Filippo De Pisis che rappresentano delle camere, la costruzione di «paesaggi miniaturizzati» e di «teatrini da tavola», ovvero camere delle meraviglie.

La restituzione del luogo come miniatura sarà uno fra i metodi di raffigurazione adoperati in fotografia da Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Paolo Ventura e Silvia Camporesi. La fotografa, dopo un lungo periodo di ricerca territoriale e di editing iniziato nel 2015, ha raccolto in Mirabilia9 immagini di luoghi italiani inconsueti per frequentazione e caratteristiche intrinseche. Si tratta di ambienti naturali d’eccezione oppure architetture in esterni o interni dalla concezione bizzarra, pensate anche da autori non canonici o riconosciuti. In questa dialettica tra luogo naturale e artificiale si articola il campionario di Silvia Caporesi, che a partire da una ricerca topograficamente documentata, ricostruisce con la logica della sequenza un sentiero di completa invenzione, una propria Wunderkammer dove gli ambienti naturali, incastonati tra colline, rocce marine e diruppi dialogano in forma armonica, tra richiami formali e simmetrie, con sale di teatro, musei, estrose abitazioni, edifici di culto, ruderi archeologici. Tra natura e artificio si sviluppa una convergenza, evidenziata con i mappamondi simbolo della visione circolare, contenuti nella prima fotografia All’origine e quelle in chiusura del Museo Agostinelli di Dragona e della Biblioteca Casanatense. In coda alla raccolta, dopo i testi, compare un unico paesaggio industriale: il gasometro Hera che domina la pianura fittamente edificata nei pressi di Bologna. Questa fotografia, come ha precisato Camporesi10 è stata richiesta da Hera, finanziatrice del progetto. L’industria compare, sia come antico mecenate all’interno dell’opera, sia come contraltare della Wunderkammer, laddove le relazioni tra oggetti e immagini sono libere associazioni e analogie inedite, la fotografia del gasometro restituisce un ambiente regolato da rapporti gerarchici.

Malgrado la fotografia in Mirabilia sia in prima istanza neutra, frontale e iconica, gli edifici appaiono come un adattamento all’ambiente naturale. L’architettura emula la produttività non seriale della natura, laddove l’identico non ripete mai. Maria Vittoria Baravelli così riassume: «Ciò che Silvia indaga è la finzione, e la fotografia intesa come documento è solo un pretesto per spingere il mezzo fotografico verso la soglia dell’arte».11 Camporesi evita di definire periodi contemporanei o storici, si rivolge alle connotazioni iconiche dei luoghi; malgrado il suo metodo sia descrittivo a tratti enciclopedico, la somma delle parti diventa una trasposizione nell’immaginario, fatto di corrispondenze eccentriche, ordini di grandezza sovvertibili. Franco Armino in Mirabilia trova uno specifico focus dell’interesse culturale: «Questo è il tempo dei luoghi. Conta lo spazio più che il tempo. Non si capisce se sia veramente finita la storia, di certo non è finita la geografia. (…) La geografia al posto della psicologia, la percezione al posto dell’opinione»12. Nelle fotografie si avverte una sospensione dall’interesse verso i fatti storici, per ritrovare la meraviglia nel rapporto con l’ambiente, ma la storia dei luoghi è centrale nello studio che precede lo scatto fotografico.  

15 dicembre 2023

 

Note

1     Benedetta Marietti, Festival della Mente, ventesima edizione, programma, 1-3 settembre 2023.

2     Martina Mazzotta, Se guardare significa inventare, in compagnia della meraviglia. In: Il Manifesto, 29 agosto 2023.

3     ibidem: Martina Mazzotta, Se guardare significa inventare (…)

4     Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi. Milano, Gallerie d’Italia e Museo Poldi Pezzoli. Dal 15 novembre 2013 al 2 marzo 2014. Comunicato stampa.

5     Naturalia e mirabilia, di Alessandra Acconci. In: Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook. EncycloMedia, EM Publishers.

6     ibidem: Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi. Si veda anche il catalogo della mostra: Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi. A cura di Lavinia Galli Michero e Martina Mazzotta. Edizioni Skira, Mazzotta; Milano, 2013.

7     ibidem: Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi.

8     Wunderkammern del XX secolo. Intervista a Adalgisa Lugli, di Maurizio Cilli. In: Giornale dell’Arte n. 35 luglio 1986. Si veda anche il volume: Lugli Adalgisa, Naturalia et Mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle Wunderkammern d’Europa. Milano, Mazzotta, 1990.

9     Silvia Camporesi, Mirabilia. Corraini edizioni, Mantova, 2023

10     Silvia Camporesi, presentazione di Mirabilia, Accademia di Brera, Milano 16 novembre 2023.

11     Maria Vittoria Baravelli, D’altro canto, l’incanto. In: Silvia Camporesi, Mirabilia. Corraini edizioni, Mantova, 2023, p. 124).

12   Franco Arminio, Elogio della geografia. In: Silvia Camporesi, Mirabilia. Corraini edizioni, 2023, p. 124

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